Eros e insegnamento

Eros e insegnamento

Questa mattina ero al Festival della Filosofia di Modena ad ascoltare quell’incantatore di folle che è Umberto Galimberti.
Seduta per terra, sull’acciottolato della piazza, osservavo una marea umana che sembrava non attendesse altro che sentir parlare d’amore. Il fatto che si trattasse dell’amore del Simposio di Platone – non quello di C’è posta per te – era già di per sé motivo di conforto.
Poi, in un’ora di lezione volata via, si è mescolato il piacere del riconoscimento (“questo lo sapevo, questo lo ricordo, al liceo l’ho studiato”), all’ammirazione verso chi trova le parole esatte per esprimere quello che già sentivo (le verità che stanno su da sé, insomma), alla sorpresa verso concetti mai incontrati prima.
Esattamente il mix che occorre per accendere curiosità e interesse.

Tra i tanti spunti di riflessione – per esempio, quello del ruolo della disciplina per l’artista, fondamentale per riemergere dal contatto con la propria follia o quello dell’innamoramento come accesso esclusivo alla follia dell’altro – mi ha colpito anche un’affermazione sugli insegnanti dai risvolti politacally incorrect.

Per fare l’insegnante non basta sapere. Per fare l’insegnante bisogna sapere affascinare, che è altra cosa. L’apprendimento avviene per mimesi nei confronti di una figura autorevole, di una personalità interessante dalla quale valga la pena “essere visti”, qualcuno capace di parlare anche alla “follia” degli adolescenti che abitano la terra di mezzo.

Essere insegnanti non ha a che vedere solo con il sapere, ma anche e soprattutto con la capacità “seduttiva” di trasmetterlo. E questo richiede attitudine, personalità e un talento specifico.

A me è parsa una di quelle verità che stanno su da sé.

Fingere che questa competenza – poiché rara e difficile – sia un’abilità desiderabile ma “aggiuntiva”, una fortunata coincidenza fra ruolo e vocazione, piuttosto che il cuore della professione di chi insegna e capacità “sine qua non” per un docente, è a mio avviso una delle grandi ipocrisie del nostro sistema scolastico.

E con questo, buon inizio della scuola a tutti!

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