Il privilegio di lavorare in vacanza

Il privilegio di lavorare in vacanza

Tortura o benedizione, non lo so.
So che lavorare con le idee è cosi; prendere o lasciare..
Lo puoi fare ovunque, lo devi fare ovunque.
Non puoi decidere quando staccare, sei condannato a districare il groviglio a tua insaputa e a guardare il mondo selettivamente anche se non vuoi.
Puoi solo decidere quando sederti davanti ad una tastiera e importi di dare una forma, ma è solo una parte del processo, quella governabile. Tutto il resto ti accompagna quando fai altro.
Così, se sei circondato da bellezza, tempo e solitudine, il tuo lavoro riesce meglio. Se senti le cicale, vedi volare i gabbiani, incresparsi il mare e la luce diventare morbida al calare del sole, bene, i presupposti sono ottimi per la produttività.
Niente visioni idealizzate; il lavoro creativo è sudore, fatica, deadline e senso di colpa… però ha le sue peculiarità.
Quando ero dipendente ho cercato tante volte di spiegarlo – invano – al mio capo – che pure aveva stima e fiducia in me – ma che non si è mai liberato dell’idea che il verbo lavorare avesse a che fare con l’apparente prigionia dei corpi in un luogo e in un “tempo” di lavoro, moneta di scambio per guadagnarsi lo stipendio.
Eppure, dacché il mio lavoro non dipende dalla prossimità con una macchina, con una linea produttiva, ma da connessioni che posso tenere in tasca, da contatti che raggiungo ovunque, qual è il senso della prigionia fisica del lavoro e del cartellino?
Adesso che sono free lance cosa ho guadagnato? Il privilegio dell’ufficio in spiaggia o la frustrazione del lavoro anche in vacanza?
Leggila come ti pare, in ogni caso, sempre meglio della miniera 😉
Ps: questo post l’ho scritto sul blocco note dello smartphone su uno scoglio a Cala Moresca. La foto è quello che vedevo mentre scrivevo. Profumi e rumori, immaginateli.
Mi sono spedita il tutto via mail e poi l’ho incollato dentro un post di blogger alle 0:22 di notte, mentre mi spalmavo il doposole. Così, a titolo d’esempio e per mettervi al corrente dei fatti miei.
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