Credoinunsolodio

Credoinunsolodio

Tre donne.
Tre monologhi.
Tre storie intrecciate.

In un territorio conteso, nel conflitto sordo tra israeliani e palestinesi, tre monologhi che si specchiano l’uno nell’altro e si intrecciano al ritmo incalzante di un conto alla rovescia.
Schegge di punti di vista sull’universale contrapposizione del “noi e loro”, macerie di muri e di identità religiose, frantumi di prospettive continuamente capovolte.

Di Stefano Massini
con Rita Azzone, Isabella Dapinguente, Annamaria Pignatti Morano.
Percussioni – Riccardo La Foresta
Approfondimento storico/politico – Francesco Maria Feltri
Foto locandina – Laura Tarugi

Eden Golan, docente di storia ebraica. Mina Wilkinson, in forza all’esercito USA.
E Shirin Akhras, ventenne studentessa palestinese.
Vite riavvolte a ricordare quanto avvenuto a Tel Aviv, ciascuna col suo monologo solo, senza condivisione né incontro, salvo quello voluto dal destino. Comune denominatore, la paura che aleggia nell’aria, avvolge, confonde, mischia e immobilizza nella quotidianità impossibile di questi luoghi feriti, dove la tensione si misura sul conteggio giornaliero delle vittime e tutto si polarizza.
Una morsa sempre più stretta dove falliscono anche l’umanità, la ragione e la cultura del dialogo, cozzando contro gli istinti primordiali di paura e sopravvivenza.
Dal testo teso di Massini, portato in scena a 3 voci nell’essenzialità necessaria della parola nuda, una riflessione su muri fisici e simbolici che s’innalzano fragili ben oltre i territori del conflitto arabo-israeliano, nell’universale contrapposizione del “noi e loro”.
Al termine dello spettacolo, la possibilità di collocare la narrazione teatrale nel contesto storico politico del conflitto arabo israeliano, con l’approfondimento del professor Francesco Maria Feltri, docente e ricercatore che da anni s’interessa a questi temi.

“Quanto conta una vocale?
Tantissimo, nella delicata e complessa situazione del conflitto tra israeliani e palestinesi. Basta guardare al titolo del lavoro di Stefano Massini Credoinunsolodio: un titolo volutamente ambiguo e provocatorio. Infatti, può indicare sia che – nonostante le innumerevoli violenze di cui la Terra Santa è stata testimone e protagonista – tutti i soggetti coinvolti (ebrei, cristiani e musulmani) condividevano (e condividono) la fede nel medesimo Dio, riconoscendo in Abramo il proprio padre comune. Tuttavia, la vocale decisiva e determinante può evocare uno scenario ben più tremendo: forse proprio perché imparentate, forse perché fedi concorrenti, tutte hanno finito per caricarsi di un formidabile fardello di rabbia e di rancori, che ha portato tutti ad odiarsi e a considerarsi nemici, senza possibilità alcuna di conciliazione.
Lo storico può aiutare a capire com’è cambiato, nel corso del Novecento, il conflitto fra arabi e israeliani, e ha il dovere di evidenziare ragioni e torti di entrambe le parti. Al momento attuale, comunque, prevale un senso di impotenza, la consapevolezza lucida del fatto che la situazione è in un drammatico momento di stallo.
E lo resterà a lungo, per lo meno fino a quando non si sentirà il bisogno di precisare una vocale: una semplice vocale, che potrebbe però segnalare una rinnovata volontà di dialogo e un primo sincero sforzo di porre fine che dura da troppo tempo.”
Francesco Maria Feltri

Con il patrocinio del Comune di Modena

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