Che ci posso fare, mi piacciono le storie, anche quando non sono io a raccontarle.
Così sono andata a Praga a vedere un Ghost Tour. Uno storyteller con maschera e lanterna, una Praga notturna illuminata da togliere il fiato, un crogiuolo di storie da fondere insieme attingendo dalla cultura ebraica, slava e mitteleuropea. C’erano tutti gli ingredienti per un’esperienza sospesa nel tempo, scandita dai passi sul selciato e dalle ombre dei lampioni.
Così sono andata a Praga a vedere un Ghost Tour. Uno storyteller con maschera e lanterna, una Praga notturna illuminata da togliere il fiato, un crogiuolo di storie da fondere insieme attingendo dalla cultura ebraica, slava e mitteleuropea. C’erano tutti gli ingredienti per un’esperienza sospesa nel tempo, scandita dai passi sul selciato e dalle ombre dei lampioni.
Peccato la marea di turisti, le urla della troppa birra, i ristoranti in ogni angolo, le baracchine di salsicce e lo storyteller col cellulare e i volantini pubblicitari da distribuire.
Il silenzio è la diavolina delle storie, difficile accendere il fuoco senza.
Il silenzio è la diavolina delle storie, difficile accendere il fuoco senza.
Sincera compassione per i fantasmi della Città Vecchia nelle notti d’agosto di una Praga invasa.